Lo sguardo e il punto di vista del cinema nel cinema.
Da quando il cinema è nato, ci sono sempre stati film ambientati nel mondo del cinema stesso: molti di questi sono incentrati sulla vita delle persone coinvolte nel settore, come ad esempio registi, produttori, attori, ecc. Altri, invece, parlano della società che ruota intorno all’industria cinematografica; altri ancora ritraggono un film in fase di realizzazione.
I “film sui film” però vivono un paradosso: infatti, se da un lato consentono di “sbirciare” nei loro segreti, dall’altro lato lo fanno solo fino ad un certo punto. Questo perché la cosiddetta “fabbrica dei sogni”, vale a dire Hollywood, non può perdere quel fascino, quel mistero, quella magia velata che da sempre la accompagnano.
Poi ci sono anche i film che denunciano i lati più oscuri della forza hollywoodiana: questi ultimi sembrano dare un’immagine più realistica del mondo cinematografico, ma poi finiscono per sottolineare il fascino del mito, mantenendo quello che potremmo definire lo status quo di Hollywood.
Come possiamo definire i “film sui film”
I “film sui film” sono tutti quelli che hanno il cinema come oggetto: indipendentemente dal genere cinematografico a cui appartengono, essi propongono una migliore conoscenza del mondo del cinema stesso, sul quale è possibile gettare uno sguardo critico.
Questi film, comunque, non possono essere riconosciuti come vero e proprio genere cinematografico: hanno infatti caratteristiche piuttosto riconoscibili. Sebbene alcuni abbiano avuto un buon successo, è anche vero che non hanno quasi mai ottenuto un Oscar.
L’età d’oro dei film dedicati a Hollywood
Di fatto i film su Hollywood hanno raggiunto il culmine della loro produzione tra gli anni Venti e gli anni Quaranta del Novecento: in questo periodo venivano realizzati soprattutto come commedie, con la solita trama di un ragazzo e una ragazza solitamente ingenui, provenienti dalla campagna e non abituati alla vita cittadina, che cercano appunto di fare successo nel mondo del cinema.
Il personaggio raggiunge in seguito il set del film e crea una sorta di scompiglio, per essere poi riconosciuto come attore o attrice ed iniziare così la strada verso il successo. Il tutto è accompagnato, nella maggior parte dei casi, da una storia d’amore, con la coppia che soffre durante il film ma al cui termine raggiunge un lieto fine, per cui vince il cliché “tutti vissero felici e contenti”.
Gli anni Cinquanta e la svolta nella storia dei film sul cinema
Negli anni Cinquanta avviene una svolta nella storia dei film sul cinema: esce “Viale del tramonto”, una pietra miliare che segna un vero e proprio cambiamento di atteggiamento nei confronti di Hollywood e del mondo del cinema in generale.
La dura realtà della guerra mondiale, di lì a poco seguita dalla guerra del Vietnam e dalle manifestazioni di protesta degli anni Sessanta e Settanta, hanno mostrato il lato più oscuro della fabbrica dei sogni.
La loro trama, infatti, mostrava il potere completamente distruttivo di una macchina a tutti gli effetti industriale, che può determinare non solo il successo ma anche la fine delle due “stelle”.
La nuova Hollywood
Circa dieci anni dopo, questa immagine di Hollywood acquista toni sempre più aspri in diversi film della cosiddetta “New Hollywood”, che descrivevano appunto la famosa città come una comunità fatta di persone sicuramente attratte dal mondo del cinema, ma al tempo stesso anche incapaci di integrarsi in esso.
Uno dei primi esempi di questo nuovo orientamento è “Lo strano mondo di Daisy Clover”, che racconta la storia di Daisy, un’adolescente che viene scoperta da un potente e spietato produttore, che la trasforma in una grande star, manipolando la sorella e rinchiudendo la mamma in un istituto psichiatrico.
Daisy così viene introdotta nell’affascinante mondo del cinema ma ne conosce presto il suo incredibile cinismo: si innamora persino di un attore bisessuale e viene incredibilmente sfruttata fino a quando lo stress le provoca un vero e proprio esaurimento nervoso.
Pensa persino al suicidio, ma poi trova il coraggio di lasciarsi tutto alle spalle, cercando di ritrovare la sua serenità in una casa sulla spiaggia: ma ad un certo punto accende il gas del forno che provocherà un incendio e la conseguente esplosione della casa.
Questo finale così violento nasconde un’incredibile consapevolezza critica, oltre che un rifiuto, di un sistema intero che include una visione completamente disillusa del falso fascino di Hollywood e di tutto il mondo del cinema.
Conclusione
Potremmo continuare a fare esempi ed ancora esempi sui film sul cinema, ma è giunto il momento delle conclusioni. Alla fine possiamo affermare che questi film si scontrano tutti con la propria identità di genere.
Mettendo in discussione tutto, questi film come si possono definire? Come commedie ottimistiche che offrono un’occasione di svago e di evasione oppure come film cupi che offrono contenuti in contrasto con le esigenze della commedia cinematografica?
A nostro avviso la loro complessità nasce dai loro stessi tentativi di essere entrambi i tipi di film: voi invece cosa ne pensate? Ci farebbe piacere sentire anche la vostra opinione!